Scienze biologiche

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Domande 40
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Elenco domande

  1. Un negozio propone uno sconto del 50% dal secondo prodotto acquistato in poi. Supponendo di comprare tre prodotti che hanno lo stesso prezzo iniziale, di quanto sarà lo sconto rispetto al prezzo intero totale?
  2. Se h=3k e n=4h, a quanto è uguale n/k?
  3. L'area di un triangolo è uguale a 20 cm^2. Sapendo che l'altezza h è 3cm più piccola della base b, quali delle seguenti affermazioni è vera?
  4. In dieci minuti Annarita ha percorso 500 metri, qual è la sua velocità media?
  5. Un foglio A4 è un rettangolo con lati lunghi circa 30 cm e 21 cm mentre un foglio A3 ha lati lunghi 42 cm e 30 cm. Allora l'area di un foglio A3:
  6. Anna, Luca e Giovanni decidono di dividere tra di loro in parti uguali una fetta di torta. Sapendo che la fetta di torta è pari ad un sesto di tutta la torta, che porzione della torta spetta ad ognuno di loro?
  7. Nel piano cartesiano il segmento di estremi O(0,0) e P(2,2) viene ruotato intorno ad O di un angolo di 90 gradi in senso orario. Si ottiene così un segmento di estremi O e:
  8. Quale delle seguenti funzioni soddisfa la relazione f(x)=f(-x):
  9. In una cesta contenente vari giochi, tutte le palline sono blu. Se prendo un gioco blu dalla cesta, quale delle seguenti affermazioni è sicuramente vera:
  10. Se dico "in questa aula non c'è nessuno studente antipatico", sto dicendo che:
  11. Se A è un quadrato allora ha quattro lati. In quale altro modo posso esprimere esattamente lo stesso concetto?
  12. Ogni minuto il numero di batteri in una coltura raddoppia. Se dopo 10 minuti ci sono 10240 batteri, quanti batteri c'erano dopo 9 minuti?
  13. Per quali valori di x è verificata la seguente disequazione: log_3 (x+2)
  14. Quale dei seguenti insiemi è l’insieme delle soluzioni della disequazione x apice2+x-2 >= 0
  15. Quale dei seguenti punti si trova nell'intersezione della parabola di equazione y=x apice2 +1 e della retta y=1:
  16. L’emoglobina:
  17. Quale grandezza viene misurata dal manometro?
  18. L’acqua che usiamo normalmente conduce corrente elettrica. Perché?
  19. L’olio di oliva non si scioglie in acqua perché:
  20. Quali tra i seguenti microorganismi appartengono al gruppo dei protisti superiori (eucarioti):
  21. La fotosintesi porta alla formazione di molecole organiche a partire da:
  22. Una sola delle affermazioni seguenti è errata. Quale?
  23. Il trasporto passivo:
  24. A livello cellulare i canali, in linea generale, cosa rappresentano?
  25. Le ghiandole endocrine secernono ormoni il cui target è localizzato:
  26. Testo I. Epidemiologia del cancro, contributo dell’alimentazione nel rischio oncologico. Gli eccessi alimentari e l’obesità costituiscono un fattore di rischio oncogeno globale molto alto, comparabile al tabagismo. I dismetabolismi, più frequenti nei soggetti obesi, sono in relazione con uno stato di infiammazione silente che conduce a insulino-resistenza. L’insieme di queste condizioni promuove la crescita tumorale. Sebbene rimangano delle controversie in merito al regime alimentare più appropriato per prevenire il rischio oncogeno un elevato consumo di alimenti vegetali ricchi di fibre è universalmente riconosciuto come fattore proteggente. Un eccessivo consumo di carni rosse lavorate e la cottura delle carni ad alta temperatura può introdurre nell’organismo sostanze cancerogene. La massiccia emigrazione di giapponesi in California dimostra l’importanza dei fattori ambientali, in particolare dell’alimentazione, nel rischio oncogeno. I giapponesi che vivevano in Giappone dell’inizio del XX secolo avevano un rischio di carcinoma prostatico molto basso ma un rischio relativamente alto di cancro dello stomaco rispetto ai cittadini statunitensi contemporanei. I giapponesi emigrati negli USA hanno, col passare delle generazioni, acquisito un profilo di rischio oncogeno simile al resto della popolazione statunitense; in particolare un elevato rischio di sviluppare cancro della prostata o dell’intestino ma un basso rischio di sviluppare carcinomi gastrici. Le abitudini alimentari nelle popolazioni giapponesi autoctone sono profondamente differenti - in particolari lo erano in passato - dalle abitudini alimentari dei cittadini statunitensi. L’insieme di questi dati epidemiologici suggerisce che un eccessivo consumo di carne, in particolare cucinata alla brace quindi ad alta temperatura, è un fattore di rischio oncogeno per la prostata ma anche per l’intestino mentre invece certe modalità di conservazione delle derrate alimentari in uso in passato in Giappone costituiva fattore di rischio per lo sviluppo di cancro allo stomaco. Domanda: I cibi ricchi di fibre
  27. L’insulino-resistenza risulta essere in relazione con
  28. Le popolazioni nipponiche e le popolazioni statunitensi sono state oggetto di importanti studi epidemiologici
  29. La lavorazione e/o la modalità di cottura dei cibi può sviluppare sostanze cancerogene?
  30. L’obesità
  31. Testo II. Il microbiota intestinale. L’intestino umano ospita un’enorme quantità di microrganismi, principalmente batteri appartenenti a più di 1000 specie diverse. Il 90% dei microorganismi intestinali umani appartengono ai Firmicutes e Bacteroidetes. Ogni persona ha una composizione distinta e altamente variabile di microrganismi intestinali, sebbene vi sia un nucleo fisso di microrganismi comune a tutti gli individui. La composizione dei microrganismi intestinali è detta microbiota intestinale, mentre la totalità dei geni del microbiota è chiamata microbioma. I geni del microbioma intestinale superano in numero i geni del corpo umano di circa 150 volte. Il microbiota intestinale è dinamico e può subire modificazioni importanti durante la vita di un individuo, cambiando per esempio con l’età o con la somministrazione di farmaci. In particolare assumere antibiotici può portare ad alterazioni del microbiota intestinale. Questo avviene a causa del loro effetto differenziale sui diversi tipi di batteri nell’intestino; batteri specifici possono essere particolarmente sensibili, altri resistenti all’antibiotico in questione. Di recente, i ricercatori hanno stabilito un legame tra il microbiota intestinale e il peso corporeo. Sebbene molta della ricerca sia ancora agli inizi, gli studi hanno rivelato che le persone obese tendono ad avere una composizione diversa dei batteri intestinali paragonati ad individui normopeso. Se la composizione alterata del microbiota sia una causa o una conseguenza dell’obesità è al momento sconosciuto. Molte prove sull’associazione tra la flora intestinale e il rischio di obesità derivano finora da studi animali. I dati dagli studi animali indicano che un microbiota obeso (cioè certe composizioni del microbiota caratteristiche di animali obesi) può portare all’obesità e a cambiamenti metabolici sfavorevoli quando trasferito a topi magri. Sebbene i modelli animali forniscano prospettive interessanti, non si possono trarre conclusioni dirette su tali associazioni negli umani. Questa area di ricerca è abbastanza nuova e sono necessari ulteriori studi, in particolare nell’uomo, per capire come e fino a che punto la composizione dei microrganismi nell’intestino influenzi varie funzioni metaboliche nel corpo. Anche le abitudini alimentari hanno un effetto considerevole nella composizione del microbiota intestinale, definendo alcune differenze geografiche e culturali. Questo avviene perché i componenti della dieta, per esempio le fibre alimentari, vengono degradate dalla fermentazione batterica. Livelli di assunzione maggiori di certe componenti alimentari possono aumentare il numero di batteri che usano questi specifici componenti. Ѐ stato documentato che le persone che soffrono di alcune malattie (ad esempio malattia infiammatoria intestinale, malattia dell’intestino irritabile, allergia) hanno un microbiota differente da quello delle persone sane, sebbene in molti casi sia impossibile dire se il microbiota alterato sia una causa o una conseguenza della malattia. I modelli di un microbiota intestinale associati alla salute sono, comunque, più difficili da definire in quanto la composizione del microbiota intestinale è altamente variabile anche tra i soggetti sani. Quindi oggi sappiamo che i microrganismi presenti nell’intestino umano sono senza dubbio cruciali per la salute umana. Tuttavia come, fino a che punto e quali aree della salute umana sono influenzate dal nostro microbiota è ancora da stabilire, così come la dimostrazione di come la composizione e/o la funzione del microbiota possa essere manipolata per raggiungere benefici specifici per la salute. Domanda. Il microbiota intestinale di ogni persona:
  32. La composizione del microbiota intestinale di ogni persona:
  33. Il microbiota intestinale:
  34. Le abitudini alimentari:
  35. Ѐ stato documentato che:
  36. Testo III.Proteine ed amminoacidi. Le proteine o protidi sono composti azotati ad elevato peso molecolare che rappresentano i costituenti fondamentali del protoplasma cellulare e, in genere, degli organismi. Esse hanno grandissima importanza non solo biologica ma anche alimentare. Nel corpo umano rappresentano il 16-18% del peso totale e tutte contengono carbonio (45-55%), idrogeno (6-8%), ossigeno (19-25%) ed azoto (14-20, in media 16%). Molto spesso contengono zolfo, talora fosforo, ferro ed altri elementi (manganese, rame, iodio, zinco, ecc.). L’elemento caratteristico delle proteine è comunque l’azoto che manca nei carboidrati e nei lipidi. Per idrolisi acida o basica le proteine vengono idrolizzate ad amminoacidi. Un altro tipo di idrolisi, prima a peptidi intermedi, poi ad amminoacidi, è quella enzimatica ad opera di enzimi proteolitici o proteasi. Questo, in particolare, è quello che avviene durante il processo digestivo che porta a composti più semplici e a peso molecolare inferiore, peptidi e peptoni, fino ad arrivare agli amminoacidi che sono i costituenti più semplici dalla cui unione risultano appunto le grandi molecole proteiche. Gli amminoacidi sono sostanze bianche, cristalline, di sapore variabile dal dolciastro, all’acido, all’amaro. Sono acidi organici della serie grassa o loro derivati ciclici o aciclici in cui uno o più atomi di carbonio della catena portano uno o più gruppi amminici. Sono pertanto composti con caratteristiche acide e basiche contemporaneamente, dotati di comportamento anfotero, potendo reagire sia con gli acidi (accettore di elettroni) che con le basi (donatore di elettroni) con formazione di due serie di sali. Gli amminoacidi isolabili dagli idrosilati proteici sono tutti alfa-amminoacidi, essendo il gruppo amminico (NH2) sempre legato all’atomo di carbonio in alfa rispetto al carbossile. Gli amminoacidi conosciuti sono numerosi, ma abitualmente se ne riscontrano solo poco più di una ventina negli idrosilati delle proteine alimentari. Questi sono detti amminoacidi ordinari, mentre quelli che si riscontrano solo saltuariamente sono detti occasionali. Amminoacidi essenziali sono invece detti quelli non sintetizzabili dal nostro organismo che devono, perciò, essere assunti con la dieta. Domanda: Le proteasi:
  37. Gli amminoacidi:
  38. Le proteine:
  39. Una sostanza anfotera:
  40. Gli amminoacidi essenziali:
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Fonte
Università degli studi dell'Insubria
Difficoltà
medio