Architettura, comprensione del brano 3

Altre forme di vita L’origine della vita è uno dei grandi interrogativi della scienza. Nessuno sa dove o quando sia nata esattamente; l’unica cosa certa è che la vita microbica era presente sulla Terra almeno tre miliardi e mezzo di anni fa. In mancanza di prove su ciò che c’era prima, c’è ampio margine di discussione. Trent’anni fa era opinione condivisa che la vita avesse avuto origine in seguito a un evento chimico così improbabile che difficilmente avrebbe potuto verificarsi due volte nell’universo. Questa posizione fu sostenuta, tra gli altri, dal biologo e premio Nobel Jacques Monod, che nel 1970 scrisse: “L’uomo sa di essere solo nell’arida immensità dell’universo, da cui egli stesso è emerso per puro caso”. Negli ultimi anni, però, l’atmosfera è cambiata radicalmente. Nel 1995 il biochimico belga Christian de Duve ha definito la vita “un imperativo cosmico”, e ha dichiarato che “è sostanzialmente destinata a svilupparsi” su qualsiasi pianeta simile alla Terra. La dichiarazione di De Duve ha rafforzato la convinzione degli astrobiologi che l’universo sia brulicante di vita. Definita “determinismo biologico” da Robert Shapiro dell’Università di New York, questa teoria è sintetizzata dalla frase “la vita è scritta nelle leggi della natura”. Come si fa a stabilire qual è il punto di vista corretto? Il modo più diretto è cercare prove dell’esistenza di vita su un altro pianeta, per esempio Marte. Se la vita ha avuto origine partendo da zero su due corpi dello stesso sistema planetario, l’ipotesi del determinismo biologico sarebbe definitivamente confermata. Tuttavia potrebbe passare molto tempo prima che le missioni sul Pianeta Rosso siano abbastanza sofisticate da andare a caccia di forme di vita marziane e, se esistessero, da studiarle in dettaglio.Forse però c’è una strada più semplice per verificare il determinismo biologico. Nessun pianeta è più simile alla terra della Terra stessa: se la vita mostra la tendenza a svilupparsi in condizioni terrestri, allora forse si è sviluppata più volte anche qui. Per esplorare questa affascinante ipotesi, gli scienziati hanno concentrato l’attenzione su deserti, laghi e caverne alla ricerca di indizi di forme di vita “aliene”: organismi profondamente diversi da ogni altro essere vivente conosciuto perché sviluppatisi in modo indipendente. Non c’è ancora accordo su una definizione univoca di “vita”, ma la maggior parte degli scienziati concorda che due delle caratteristiche principali di ciò che chiamiamo vita sono la capacità di metabolizzare (ricavare nutrienti dall’ambiente, convertirli in energia ed espellere gli scarti) e di riprodursi. La posizione ortodossa sulla genesi della vita sostiene che se la vita sulla Terra avesse avuto origine più di una volta una forma vivente avrebbe rapidamente preso il sopravvento ed eliminato le altre. Questa “epurazione” sarebbe avvenuta, per esempio, se una delle forme si fosse rapidamente appropriata di tutte le risorse disponibili o si fosse “coalizzata” contro una forma di vita più debole scambiando i geni di successo esclusivamente all’interno della propria specie. Ma è una tesi debole. Batteri e archea, due tipi molto diversi di microrganismi il cui antenato comune risale a più di tre miliardi di anni fa, coesistono pacificamente da allora. Inoltre non è detto che le forme di vita alternative siano entrate in competizione diretta con gli organismi noti: forse gli alieni occupavano ambienti estremi in cui i microrganismi a noi familiari non potevano sopravvivere, o forse avevano bisogno di risorse differenti. Anche se la vita alternativa non esistesse più, può darsi che sia fiorita in un lontano passato per poi estinguersi. In questo caso, forse è possibile individuarne le tracce nel registro geologico. Per esempio, se avesse avuto un metabolismo spiccatamente diverso, potrebbe aver alterato le rocce o creato depositi minerali in modi non riconducibili nell’attività degli organismi noti. È persino possibile che i biomarcatori, sottoforma di molecole organiche che non potrebbero essere state create dalla vita a noi familiare, siano celati in antichi microfossili, come quelli scoperti in rocce che risalgono all’Archeano (oltre 2,5 miliardi di anni fa). Un’eventualità più avvincente, ma anche più speculativa, è che forme di vita alternative siano ancora presenti nell’ambiente, formando una sorta di “biosfera ombra”. A prima vista l’idea può apparire assurda: se organismi alieni prosperassero sotto il nostro naso (o magari dentro il nostro naso!) non li avremmo già scoperti? Non è detto. Gran parte degli organismi è costituita da microbi, ed è quasi impossibile dire che cosa siano con una semplice osservazione al microscopio. Bisogna analizzare le sequenze genetiche di un organismo per determinarne la posizione sull’albero della vita – la categorizzazione filogenetica di tutte le creature conosciute – ed è stata classificata soltanto una minuscola frazione di tutti i microrganismi osservati.
Domande 5
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Elenco domande

  1. Si parla di vita quando: (vedi brano 3)
  2. Per organismi alieni si intendono: (vedi brano 3)
  3. Gli studi sugli strati geologici più antichi: (vedi brano 3)
  4. Secondo il determinismo biologico la vita: (vedi brano 3)
  5. Forme di vita aliene potrebbero sussistere: (vedi brano 3)
Fonte
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca 1 PROVA DI AMMISSIONE AI CORSI DI LAUREA E DI LAUREA MAGISTRALE A CICLO UNICO DIRETTAMENTE FINALIZZATI ALLA FORMAZIONE DI ARCHITETTO Anno Accademico 2012/2013
Difficoltà
medio